“Nuova” anastomosi uretro-vescicale nella prostatectomia radicale retropubica e risultati funzionali ed oncologici.

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Abbiamo analizzato retrospettivamente i risultati oncologici e funzionali in una serie di 630 pazienti sottoposti a prostatectomia radicale retropubica (PRR). E li abbiamo confrontati con i casi in cui è stata effettuata, negli ultimi 3 anni, una “nuova tecnica” di anastomosi uretro-vescicale.
Da aprile 2002 a dicembre 2013, 630 pazienti sono stati sottoposti a PRR per il cancro alla prostata clinicamente localizzato. L’età media dei pazienti era 64 anni (47-74), PSA 1,9-46,7 ng / ml.
Da gennaio 2010 (220 pazienti) abbiamo introdotto, per la realizzazione della anastomosi vescico-uretrale, la tecnica descritta da Van Velthoven in laparoscopia, eseguita con una sutura monofilamento doppia assorbibile in 2-0 Caprosyn. Il catetere viene rimosso in 7 ° giornata post-operatoria.
Il follow-up medio è 54,3 mesi, stadio patologico pT2 83%, pT3a 13%, pT3b 7%, il punteggio di Gleason = o 7 nel 21,5% I margini chirurgici sono risultati positivi nell 8,4% , negativi nel 91,6%. 585/630 pazienti (93%) sono completamente continenti (nessun pads), 31 (5%) hanno incontinenza lieve (1-2 pads al giorno), 14 (1,8%) erano incontinenti (> 2 pads al giorno ).
La continenza è stata valutata alla rimozione del catetere e a mesi 1, 3, 6 e 12 ed è risultata del 59%, 76%, 88,5%, 91% rispettivamente. Nel gruppo Van Velthoven abbiamo osservato risultati migliori (continenza a 1,3,6 , 12 mesi è stata rispettivamente del 65%, 79%, 86% 94%). Solo 9 pazienti (1,5%) ha sviluppato un vescico-uretrale sclerosi giunzione in circa 6 mesi dopo l’intervento (nessuno nel gruppo di Van Velthoven), poi trattata con resezione endoscopica.
L’introduzione della tecnica di Van Velthoven, a fronte di un tempo operatorio comparabile con la tecnica chirurgica standard, permette di anticipare la rimozione del catetere vescicale e una migliore continenza nonché un minor rischio di sclerosi della giunzione.

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