Impatto clinico delle calcificazioni di placca in pazienti con I.P.P.

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INTRODUZIONE: La presenza di calcificazioni di varia estensione è riscontrabile in ca. il 40% dei pazienti con malattia di la Peironye. E’ stata di solito considerata la fase “avanzata” della lesione (cheloide calcifico) con prognosi sfavorevole poiché scarsamente responsiva al trattamento conservativo. Recenti studi su ampi campioni suggeriscono che si tratti di un’abnorme tendenza alla calcificazione secondaria ad una up-regulation del gene Osf1 (Osteoblastic Specific Factor 1). Lo scopo degli aa. è di valutare l’impatto delle calcificazioni di placca in un rapporto alla strategia terapeutica.

MATERIALI E METODI: E’ stato condotto uno studio retrospettivo su 128 paizenti giunti all’ambulatorio di andrologia per I.P.P. e sottoposti a valutazione clinica ed ecocolordoppler basale e dinamico. E’ stata poi rivista la procedura terapeutica utilizzata, classificata in medica o chirurgica. Non è stata effettuata stratificazione per età, durata della malattia ed entità del recurvatum. Per la valutazione monoparametrica dei dati è stato utilizzato il Pearson-Chi-Squared test.

RISULTATI: La presenza di calcificazioni risultava ben documentata in 46 pazienti, con microcalcificazioni in 21, calcificazioni subcentimetriche in 12 ed estese o multifocali in 13. Se paragonata al gruppo dei pazienti con cheloide fibroso non calcifico non si è osservata una maggiore incidenza globale di interventi chirurgici nei pazienti con placca calcifica. Se si considera il sottogruppo di pazienti con placche calcifiche di dimensioni maggiori di 1 cm o multifocali, l’incidenza di procedure chirurgiche (incisione + patch o protesi) appare nettamente superiore.

CONCLUSIONI: La presenza di calcificazioni all’ecocolordoppler non è rara e non rappresenta un fattore di sicura progressione chirurgica eccetto che per i pazienti con placche di dimensioni maggiori di 1 cm o multifocali.

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