Trattamento con medicazioni avanzate dopo chirurgia di grave necrosi chimica del pene da autoinoculazione di sostanze a scopo di falloplastica di ampliamento.

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L’autoinoculazione di metalli, plastiche e sostanze semiliquide o cremose a scopo di aumentare la performance sessuale e aumentare il volume del pene è tipica di certe culture e frequente nelle prigioni ,con possibili complicanze di notevole entità.
Riportiamo il caso clinico di giovane detenuto italiano di 30 anni sottopostosi ad autoinserzione di 5 sfere di metallo, 3 cilindri in plastica ottenuti rompendo e limando il manico di uno spazzolino da denti ed autoiniezione sottocutanea di Aureomicina crema per aumentare il volume del pene.
Il paziente giunge alla nostra osservazione con quadro di cellulite con vasta necrosi chimica dei tessuti penieni: si è proceduto ad intervento chirugico in urgenza di eliminazione della cute e delle fasce peniene necrotiche con associato curettage ,ponendo particolare attenzione al risparmio del fascio vascolo nervoso, della tunica albuginea e dell’uretra .Vista la entità della cellulite necrotica delle fasce peniene e la causa chimica di erosione si è preferito procedere non a plastica ricostruttiva con lembi ma all’utilizzo di medicazioni avanzate con guarigione per seconda intenzione . Seppur con una fase di guarigione più lunga abbiamo ottenuto inizialmente con l’utilizzo di sostanze medicamentose specifiche una completa detersione della fasce e delle strutture profonde dalla sostanza cremosa ormai diffusa omogeneamente nei tessuti penieni, ed in un secondo tempo con ulteriori sostanze una completa riepitelizzazione spontanea dei tessuti con guarigione per seconda intenzione con completa ripresa della funzionalità dell’organo e senza retrazioni cicatriziali o costrittive, evitando così il rischio del non attecchimento delle plastiche a causa della necrosi chimica con conseguenti ulteriori perdite di tessuto e successivo rischio di drammatiche retrazioni cicatriziali.

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