Pieloplastica complessa: le stenosi lunghe dell’uretere sottogiuntale

Maurizio Fedelini1, Riccardo Riccio1, Fausto Monaco1, Andrea Oliva1, Luigi Pucci1, Clemente Meccariello1, Paolo Fedelini1
  • 1 AORN A. Cardarelli - U.O.S.C. Urologia (Napoli)

Abstract

La pieloplastica laparoscopica è diventato un intervento di routine in molti centri di chirurgia urologica, con percentuali di successo elevate, analoghe e talora superiori a quelle della chirurgia open. Non sempre il paziente da sottoporre a pieloplastica mostra condizioni anatomiche ottimali che si prestano al successo. Le pieloplastiche cosiddette “complesse” (oltre a quelle dei reinterventi o in quelle in cui si associa una calcolosi non trattabile alternativamente) possono diventare tali perché indotte da circostanze acute, come la necessità di posizionare preliminarmente uno stent o una nefrostomia per scompenso dell’idronefrosi, o problemi intrinseci. In questo secondo gruppo riportiamo le “stenosi lunghe dell’uretere sottogiuntale”. Questi casi, non frequenti, in cui l’uretere si presenta stenotico o meglio “ipotrofico” per un lungo tratto, possono essere problematici. Su 275 pazienti da noi trattati con pieloplastica laparoscopica negli ultimi 10 anni (Maggio 2004 -Gennaio 2014) sono stati identificati 8 casi che avevano una stenosi dell’uretere sottogiuntale . Gli AA nel video mostrano un caso di stenosi lunga oltre 4 cm dell’uretere sottogiuntale,in cui solo un’adeguata mobilizzazione della pelvi e dell’uretere fino al tratto lombare basso o iliaco, consentono un’anastomosi senza tensioni. In questi casi il rischio di una fistola e successiva stenosi diventa molto significativo.

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